E-commerce indiretto: come aprire partita Iva?

E-commerce indiretto

Il commercio elettronico, se effettuato con continuità, è considerata un’attività di vendita a tutti gli effetti e pertanto è necessario il rispetto di specifici adempimenti fiscali, tra cui l’apertura della partita Iva, l’obbligo di emettere fattura e l’iscrizione alla Gestione Artigiani e commercianti presso l’INPS.

Chi intende effettuare attività di e-commerce è obbligato all’apertura della partita Iva. In molti si chiedono se la vendita online, attraverso siti come e-Bay oppure Amazon deve essere effettuata con o senza partita Iva.

Prima di capire come aprire una partita Iva per il commercio elettronico e quali sono i costi, gli adempimenti fiscali e previdenziali per chi vuole avviare un’attività di vendita online specifichiamo che non è possibile offrire prestazioni occasionali online senza partita Iva, al di là del fatto che non si superi il ricavo annuo di 5.000 euro.

Questo perché la semplice apertura di un negozio online su E-bay o Amazon comporta una presunzione di non occasionalità dell’attività ma come un vero e proprio business a prescindere dal superamento della soglia dei 5.000 euro di ricavi annui.

Nel caso in cui si scelga di aprire un negozio di commercio elettronico e l’attività di e-commerce comporti l’acquisto di merci e la rivendita al consumatore è obbligatorio aprire la partita Iva e iscriversi alla Gestione Inps Artigiani e Commercianti per il versamento dei contributi previdenziali.

L’e-commerce è a tutti gli effetti un negozio online per cui, per poter vendere un bene o un servizio su internet, è necessaria l’apertura della partita Iva e l’iscrizione alla Camera di Commercio nella sezione commercianti del Registro delle Imprese.

Obbligatorio è inoltre aver dichiarato l’inizio attività al Comune di residenza (S.C.I.A.). I soggetti che effettuano attività di vendita online sono inoltre obbligati a comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo web del sito di e-commerce, l’internet service provider, l’indirizzo e-mail e PEC e il numero di telefono e fax.

Riepilogando, gli adempimenti fiscali necessari per chi intende aprire un negozio di commercio elettronico ed effettuare vendita online sono i seguenti:

  • presentazione, tramite la “comunicazione unica”, della SCIA entro 30 giorni dall’inizio dell’attività con conseguente iscrizione al Registro delle imprese della Cciaa e apertura della posizione previdenziale INPS (gestione artigiani e commercianti);
  • attribuzione della partita IVA compilando il modello AA9/11 per le persone fisiche o AA7/10 per le società e gli enti;
  • iscrizione al VIES qualora si vogliano effettuare delle operazioni di acquisto e vendita in ambito comunitario.

Se a voler avviare un sito di e-commerce sono soggetti che già esercitano attività d’impresa e che risultano già titolari di partita Iva è necessario aggiungere, al tipo di attività svolta in via principale, il codice ATECO 47.91.10, “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto via internet” e comunicare alla Camera di Commercio (CCIAA) lo svolgimento dell’ulteriore attività di commercio elettronico.

Come qualsiasi attività d’impresa anche l’e-commerce comporta dei costi legati sia all’apertura della partita Iva che alla gestione contabile e previdenziale.

Ricordiamo che nel rispetto di determinati requisiti anche chi esercita attività di vendita online può aprire una partita lva in regime forfettario, che prevede alcuni adempimenti ed agevolazioni sia per quanto riguarda la tassazione IRPEF che il pagamento dei contributi Inps da versare alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’Inps.

Il reddito imponibile IRPEF è determinato applicando ai ricavi e compensi percepiti nel periodo d’imposta il coefficiente di redditività previsto in funzione del codice attività svolta; sul reddito così determinato, al netto dei contributi previdenziali versati, andrà applicata un’imposta sostitutiva dell’Irpef e relative addizionali, pari al 15%.

In caso di startup il contribuente in regime forfettario dovrà pagare un’unica imposta sostitutiva con aliquota del 5% per i primi cinque anni di attività, aliquota che a partire dal sesto anno passerà al 15%.

I ricavi sono determinati secondo il principio di cassa. Non è ammessa alcun’altra detrazione/deduzione se non quella relativa ai contributi previdenziali versati.

I contribuenti forfettari possono beneficiare, inoltre, di una riduzione dei contributi INPS Artigiani e commercianti, del 35% di quanto dovuto, presentando una domanda entro il 28 febbraio di ogni anno.

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